La Fotografia Boudoir
Senza alcun dubbio, e, per fortuna, nulla è immutabile.
Parafrasando Darwin, contaminazioni e incroci sono l’essenza stessa dell’esistenza di ogni organismo vivente. Senza di essa, avremmo il nulla.
Ma, nonostante l’ibrido sia il miglior veicolo per l’evoluzione, in alcune occasioni, non solo il cambiamento non migliora l’originale, ma, sempre più spesso, il risultato è così estremo che non si ha quasi più la possibilità di capire quale fosse il punto di partenza. Dando luogo, di conseguenza, a qualcosa di nuovo e tutto da decifrare.
A nessuno, aprioristicamente, è dato di sapere se questo sia un fatto negativo o positivo.
Solo il tempo e gli eventi conseguenti ci daranno, eventualmente, una risposta.
Il lato positivo di tutto questo risulta essere, senza dubbio, il dinamismo e la curiosità intellettuale coinvolte nell’azione evolutiva.
Ho provato ad applicare questi parametri al mondo della fotografia, considerando, come esempio, il caso di un genere fotografico molto in voga in questi ultimi anni.
Praticato sia da professionisti che da moltissimi fotografi amatoriali. La fotografia boudoir.
Il Boudoir
Giusto per capire il punto di partenza, ecco alcune righe che danno un’idea di che cosa fosse, in origine, la fotografia, o, per meglio dire, il ritratto boudoir.
Partendo dall’assunto che il termine boudoir si riferisce, generalmente, all’angolo di una stanza, separato da un paravento, dove le gentili signore solevano cambiarsi d’abito a parziale riparo dagli occhi indiscreti dell’uomo che era nella stanza, la relativa fotografia boudoir ritraeva le gentili signore in pose velatamente ammiccanti. Vestite spesso in abiti castigati, o con abbigliamento che oggi, generalmente, definiamo come intimo o lingerie.
Primo cambiamento: il nome. Allora, fotografia di intimo o lingerie. Oggi fotografia boudoir.
Ben diverso, però, è il secondo cambiamento. Alcuni fotografi hanno sublimato il concetto di abbigliamento. Affermano, infatti, che più ci si denuda e più l’immagine diventa boudoir.
Non concordo, ma, l’evoluzione è anche questo. Perché, al di la dei termini utilizzati, propone un nuovo e diverso punto di vista.
Quello che mi ha sempre affascinato guardando quelle immagini è sempre stato l’alone di mistero che le accompagnava. La mia immaginazione e curiosità si perdevano nel cercare di capire quale potesse essere l’atmosfera in quella stanza, probabilmente piccola e piena di tanti oggetti. Quale fosse l’atteggiamento della modella e quali indicazioni il fotografo avrebbe potuto dare alla modella per affascinare e sedurre tutti coloro che di li a poco avrebbero avuto l’occasione, il privilegio, di guardare quelle immagini. Contraddistinte, tra l’altro, anche da un atteggiamento fiero e orgoglioso.
E’ parte integrante del mio lavoro realizzare immagini di questo genere. Sia per clienti che per ricerca personale. Con un approccio specifico sulla qualità e sulla quantità della luce. Coniugando estetica e mistero, a favore dell’immaginazione.
Il panorama odierno ci propone nuovi fotografi che utilizzano un nuovo approccio. Una nuova strada. Un nuovo filone espressivo. Che li porta a definire boudoir quella fotografia che ha come soggetti, oggi come allora, ragazze e donne di ogni età, anche curvy, sempre più spesso, però, praticamente nude e in atteggiamenti e pose spesso provocanti.
E’ un nuovo punto di vista. E’ sempre ricerca e sperimentazione. Forse, però, riprendendo Darwin, conviene trovare un nuovo nome per un nuovo genere fotografico. Che, anche semplicemente per ragioni storiche, non rientra più nella categoria del boudoir.
Oggi
Non si sa chi abbia influito maggiormente nella evoluzione di questo genere fotografico.
Se qualche professionista ispirato dalla ricerca personale con l’idea di sperimentare nuove strade creative, oppure qualche amatore, che al di la della tradizione, e spinto anche dalla passione fotografica, ha coinvolto nei propri progetti fotografici, persone non avvezze a questo tipo di fotografia, ma, sicuramente curiose di provare nuove emozioni e sfide.
Ma, forse, questo dipende anche da una nuova consapevolezza che le donne di ogni età, forma fisica, ceto sociale e cultura hanno maturato e desiderano manifestare. E’ la voglia di dimostrare, prima a se stesse, ed eventualmente al resto del modo, di sentirsi bene e a proprio agio con il proprio corpo al di la dei canoni di bellezza che la pubblicità ha propinato negli ultimi 60 anni. Si trovano innumerevoli esempi, molto significativi, nel web.
Al di la della libertà espressiva, sia del fotografo, che della persona fotografata, gran parte delle immagini che vediamo sono, però, difficilmente paragonabili e riconducibili alla fotografia nei boudoir a cavallo fra la fine dell’ottocento e i primi del novecento.
Molte immagini sembrano il frutto di una gara fra chi scopre più pelle e chi assume atteggiamenti più provocanti. Ben al di la di etica ed estetica della fotografia delle origini.
Se non si facesse riferimento al boudoir, questo nuovo genere fotografico indurrebbe meno confusione e verrebbe considerato per quello che è e che racconta.
Una fotografia di ritratto variamente declinata, che raggiunge, in alcune occasioni, livelli estetici e tecnici degni di tutto rispetto.
Orizzonti
Non è certo la nudità a creare scompiglio. E’ sempre benvenuta e auspicabile la ricerca che fotografi e modelle (professionisti o amatoriali) compiono, continuamente, per migliorare la qualità del proprio linguaggio espressivo. Anche quando il tema è il nudo.
Senza per questo, doversi preoccupare dell’ etichetta.
Quello che di positivo rimane, è, sempre e comunque, la voglia, il gusto, il piacere di cimentarsi in nuove sfide alla ricerca di nuovi orizzonti per arricchire la fotografia e il linguaggio che la accompagna. Forse, non sempre, al massimo della qualità e della lungimiranza. Ma, certamente, con il giusto spirito pionieristico che contraddistingue quest’arte figurativa e questo linguaggio espressivo.
Anche e soprattutto al di fuori dei classici canoni estetici del momento.
Il mio mondo
La teoria evoluzionistica ci dice che l’ibrido è il frutto vincente della selezione attraverso sperimentazioni continue. A volte inconsapevoli. Producendo innovazione ed evoluzione.
Nel caso della fotografia boudoir, per me, il concetto da salvaguardare sta nel creare immagini, sempre attuali, capaci di offrire all’osservatore il gusto e il piacere dell’immaginazione. Anche attraverso un pizzico di mistero.
Come nella foto iniziale, che, pur nella sua modernità, può essere annoverata nell’ambito della odierna fotografia di ritratto boudoir.
Al tempo stesso, emergerà prossimamente qualche altro fotografo, che, con passione, curiosità e ricerca si cimenterà in un nuovo filone espressivo, proponendo un nuovo ibrido, e, nel solco della tradizione, darà ulteriore slancio all’evoluzione della fotografia.