Una domanda ricorrente

Colore o Bianco e Nero?

Faccio una foto in bianco e nero oppure a colori?

Ogni fotografo, almeno una volta nella vita, si sarà posto questa domanda.

Cosa faccio? Compro una pellicola in B/N oppure a colori?

Questo, ovviamente, ha senso per la fotografia analogica.

E se avessi scattato in B/N oppure a colori?

Sono domanda ricorrenti che, per alcuni, diventano quasi un dilemma.

Sembra di riesumare Shakespeare.

Oggi, con la fotografia digitale queste domande, questi dubbi, sono molto relativi.

Possiamo permetterci di decidere cosa fare anche molto tempo dopo dopo aver scattato.

Quasi come se si trattasse di un esercizio di stile per vedere l’effetto che fa.

Nella mondo analogico, bisognava considerare anche il costo del materiale fotografico.

Anch’io, all’inizio della mia carriera professionale, ho scattato in B/N per pura economia.

Oggi, questo parametro è, fortunatamente, ininfluente.

Il lavoro su commissione

La professione

E, allora, dal momento che questa domanda continua ad essere parte integrante dell’approccio alla fotografia, quali meccanismi vengono coinvolti nella scelta?

Nel mio caso, non ci sono mai stati dubbi. E non ci sono tuttora.

Quando un cliente mi commissiona un servizio fotografico, nella quasi totalità dei casi, egli da per scontato che si scatti a colori. Trattandosi di fotografia commerciale, pubblicitaria, la comunicazione richiedeva e richiede, quasi esclusivamente, foto a colori.

L’ immagine a colori mi piace e mi è sempre piaciuta molto.

A volte, però, il bianco e nero è più adatto a raccontare ciò che voglio trasmettere.

Saltuariamente, laddove il progetto lo rendeva possibile, alcuni clienti hanno scelto convintamente di scattare in bianco e nero. Episodi sporadici, purtroppo. Legati principalmente alla lungimiranza del committente e al tipo di prodotto da pubblicizzare.

Al contrario, per alcuni miei progetti personali, ho scattato spesso in bianco e nero.

Quando? E perché?

Progetti Personali

Quando? E perché?

Tutte le volte in cui ritenevo inutile e fuorviante la presenza dei colori per raccontare, nel modo più sintetico e immediato, quello che vedevo e il modo in cui lo percepivo.

Tipico esempio sono alcune serie di foto di nudo artistico che ho realizzato in collaborazione con diverse ballerine. Ma, anche, alcune nature morte alle quali il colore proprio non si addiceva. Senza tralasciare alcuni paesaggi, pochissimi in verità. Per i quali, però, il linguaggio associato al bianco e nero molto contrastato era piuttosto eloquente.

Qui, bisogna ritornare al significato della fotografia.

Come ho sempre detto e insegnato ai miei allievi, la fotografia è un linguaggio per esprimersi e comunicare. Come tale, segue le regole di ogni altro strumento espressivo.

Nella musica, nella pittura, nella scultura, nella scrittura, ecc… quello che conta è sempre cosa e come l’autore decide di voler comunicare. Che, poi, questo, in fotografia, possa essere declinato in immagini in bianco e nero oppure a colori, ha poca importanza.

Sono diversi modi a disposizione del fotografo per esprimere e veicolare il proprio mondo.

Ovviamente, per dirla facile, hanno ragione tutti. E’ un fatto di gusti e della maggiore o minore familiarità e dimestichezza che ciascuno ha con un mezzo piuttosto che un’altro. E’ indice della cultura personale e riflette il linguaggio che principalmente ci appartiene.

Quello che conta è sempre la scelta che il fotografo fa.

Per me, Pari son

Colore o Bianco e Nero

Non è mai una particolare tecnica che ci permette di ottenere una bella foto.

Sia che scattiamo a colori oppure in B/N, la buona foto è sempre frutto di curiosità, cultura, immaginazione, istinto, interazione, introspezione, dialettica, ecc…

Forse, e dico forse, poichè il B/N non rispecchia fedelmente il mondo che ci circonda, allora, alcuni possono essere indotti ad avvalorare un luogo comune che indica una immagine priva di colori come, di per se, automaticamente creativa e artistica.

Emozioni

Istinto

Al di la di tutto, comunque, l’importante è saper scegliere, ognuno per se, il linguaggio espressivo che meglio si adatta a quello che si desidera raccontare per immagini.

Certamente, in alcune particolari circostanze, il B/N può aiutare ad esprimersi in modo più conciso. Sintetico. E’ come una frase breve, precisa, più facile da capire o interpretare.

Qualunque essa sia, è in grado di restituire all’osservatore una risposta istintiva.

Il colore, d’altro canto, assomiglia di più ad una frase molto elaborata ed articolata che alla frase principale è capace di associare tante altre frasi subordinate, coordinate ecc…

Il B/N è ricorda maggiormente una battuta. A volte, anche un aforisma. Qualcosa che non ha bisogno di tanti giri di parole per essere detta, percepita o capita.

Ma anche questo, ad un certo punto, può essere considerato un aspetto relativo. Quello che conta è sempre la personalità e la cultura che il fotografo utilizza nella propria comunicazione e alla sensibilità percettiva di ogni singolo osservatore.

Determinazione e Consapevolezza

La Scelta

Per me, la scelta di scattare in B/N è sempre stato fatto istintivo. Quando preparo uno shooting, che sia per un lavoro su commissione, oppure per un mio progetto personale, parto innanzitutto dalla discriminante relativa al B/N o al colore.

E, quando decido di scattare in B/N lo faccio consapevolmente. Uso il B/N e non il colore per una chiara scelta estetica e creativa. Sempre legata alla relativa comunicazione.

Nel caso dei primi nudi, ad esempio, avevo scelto il bianco e nero perché questo avrebbe contribuito ad enfatizzare ciò che lo schema di luci già poneva in essere.

Utilizzando luci continue al tungsteno con lente di Fresnel potevo focalizzare il fascio di luce in modo estremamente preciso a disegnare ed accompagnare le linee del corpo della modella-ballerina. Ottenendo, così, un risultato quasi grafico.

E’ stato il modo più semplice ed immediato per veicolare quel concetto. Quel risultato. Non volevo distrazioni. Ne per me. Ne per lo spettatore. Osservando quelle immagini se ne capisce subito il significato. Non si rimane disorientati. Tutt’altro. Il mio intento puntava a rendere la forma del corpo della ballerina quasi come disegnata da una lama di luce.

La simbiosi fra schema di luci e il B/N ha fatto esattamente quello che mi immaginavo.

Nei ritratti, ad esempio, sono motivato e ispirato da un qualsivoglia particolare che quella persona mi motiva a considerare. Può essere una particolare forma del volto o degli occhi. Altre volte è stato una particolare tonalità o texture della pelle. E via così.

La foto che accompagna questo articolo, ad esempio, è stata scattata, a colori.

Rivedendola, casualmente, a distanza di tempo, mi sono ricordato del perché avevo fatto indossare, al ragazzo, una sciarpa di seta come fosse un velo. Lo vedevo come un buon modo per riequilibrare l’impatto visivo dai muscoli, che monopolizzavano quasi tutta la scena, al viso, dall’aspetto così dolce e delicato da sembrare quasi angelico. Editarla in B/N e caratterizzarla  ulteriormente con il giusto contrasto e con una cornice vagamente rinascimentale, mi è sembrato il logico epilogo dell’intervento creativo. Sebbene, molto ben al di la dello spirito originario dello scatto.

In conclusione, si può tranquillamente affermare che, se l’approccio alla fotografia è consapevole, anche la scelta fra colore e B/N non è più un dilemma.

Sia prima che dopo aver scattato.

Ogni fotografo saprà scegliere lo strumento migliore per rendere visivamente il risultato desiderato. Innanzitutto per se. Ed anche per un eventuale pubblico.