I modelli
Di tanto in tanto, colleghi, art directors, stilisti, ecc… mi fanno questa domanda:
hai mai fotografato un modello?
Certo che si, è la risposta. Anzi, a dirla tutta, agli inizi della carriera, quando facevo tanti test per le agenzie di modelle, capitava più spesso di fotografare modelli invece che modelle.
Per motivi di semplice organizzazione e logistica.
Era più complicato fare il trucco in esterni e non avevo ancora uno studio fotografico.
E, cambiarsi d’abito in esterni, era meno complicato per un uomo che per una donna.
Oltretutto, quasi tutti gli addetti al settore ritenevano che, fosse più facile, … per un fotografo alle prime armi … occuparsi dei modelli invece che delle modelle.
E’ vero che alcune cose erano e sono meno complesse, ma, non ho mai capito fino in fondo questo luogo comune.
La Logistica
In realtà, a parte la logistica, fotografare un uomo comporta lo stesso impegno che si profonde nel fotografare una donna. Ne più ne meno. Anzi, bisogna vincere molti più preconcetti rispetto alle aspettative che riguardano le modelle.
Al di la di tutto questo, agli inizi, fotografavo indifferentemente modelli e modelle. Il discrimine è stato il periodo successivo. Quello relativo ai cataloghi, agli editoriali e alle campagne stampa.
La quantità di lavoro che coinvolgeva i modelli nell’arco di un anno, in quel periodo, per un fotografo di moda era, approssimativamente, nell’ordine di uno a dieci nei confronti delle modelle. A tutt’oggi, la situazione non è molto diversa.
Quindi, si è trattato di un puro e semplice adattamento alla situazione contingente. La conseguenza è stata che, il materiale e la visibilità legate al mio lavoro con i modelli risulta essere quasi marginale, sul totale del lavoro.
Questo, senza che io abbia mai avuto o abbia alcun tipo di remora a fotografare i modelli.
Per alcuni aspetti, invece, fotografare uomini, oltre ad essere interessante, rompe la routine e stimola la curiosità. Ci sono certamente differenze operative. Ad esempio, i tempi di preparazione, prima di iniziare a scattare, sono molto inferiori. Un modello, tranne casi particolari o richieste specifiche del cliente, sta pochi minuti al trucco. Una modella può impiegare da un minimo di 45 minuti (trucco e parrucco) fino a 90 minuti e anche più.
Anche i vestiti sono più lineari e semplici da indossare e interpretare. Ne consegue, che anche lo shooting è meno complicato. Non per questo risulta banale. Capitano, infatti, occasioni nelle quali l’incrocio fra gli abiti, le esigenze del cliente, le caratteristiche del modello e la maggior libertà espressiva lasciata al fotografo e al resto dello staff, si fondono in un unicum tale per cui il risultato finale, non solo non è scontato, ma, è imprevedibile e stimolante anche per lo spettatore finale.
La Pelle
Una differenza evidente del lavoro con i modelli riguarda un fatto tecnico. Per convenzione, luogo comune o altro, si accetta che il volto, ma, in generale, la pelle di un uomo possa essere meno … perfetta … rispetto a quella di una modella. Per la quale, gran parte del lavoro con le luci è teso a far si che, al di la dell’atmosfera generale, contrasti, alte luci, chiaroscuri, ecc… siano minimizzati al massimo per evitare di dover intervenire, poi, in fase di fotoritocco ed editing, dovendo usare la mano pesante per levigare la pelle.
Anche se negli ultimi anni, per fortuna, le richieste del mercato non sono più così perentorie sulla pelle e sui segni del tempo, in generale, al contrario di quello che spesso ancora capita quando si lavora con le modelle, queste regole non hanno mai assillato più di tanto i lavori di moda e pubblicità con i modelli. Anzi. L’aspetto più ruvido e vissuto è sempre stato considerato un plus.
L'Esempio
Consideriamo, ad esempio, l’immagine a corredo di queso articolo.
Dovevo fotografare un modello molto alto e pieno di tatuaggi anche sul volto.
Con un fisico di sicuro impatto anche al di fuori di un set fotografico.
La fase iniziale per lo shooting prevedeva di trovare una soluzione tecnica e creativa che fosse in linea con l’immagine forte che il modello aveva già di suo.
Per sottolineare questo look ho utilizzato uno schema di luce molto contrastato.
Che facesse da contrappunto con i chiaroscuri dei tatuaggi e con il vestito che indossava.
Come faccio molto spesso, e se non ci sono esigenze particolari, dopo un veloce brief sui limiti tecnici che lo schema di luci comporta, lascio al modello una certa autonomia nelle pose e nelle espressioni, suggerendo, di tanto in tanto, di immaginare un eventuale dialogo con le luci che ha di fronte.
Questo è esattamente lo stesso metodo che utilizzo quando fotografo una modella.
L’importante è capire, innanzitutto, quale sia il miglior approccio creativo ed emotivo da instaurare con la persona da fotografare, uomo o donna che sia. Aspetto fondamentale per poter orientare il lavoro verso una sintesi tesa ad ottenere il miglior risultato in base alle richieste e alle aspettative del cliente
Dopotutto, si tratta sempre di fotografia. Che ha come soggetto una persona.