Generale

La Definizione

Di tanto in tanto, alcune persone mi contattano per chiedermi opinioni o commenti sui più disparati argomenti riguardanti la fotografia. Oggi, rispondo alla sollecitazione di un ex allievo dei miei corsi di fotografia che, frequentando alcuni forum e portali di fotoamatori, si è imbattuto in discussioni sul ritratto che lo hanno lasciato piuttosto perplesso.

E, mi ha chiesto un parere, principalmente tecnico, sul significato della parola ritratto.

Lo anticipo già qui. Innanzitutto, è riduttivo parlare di ritratto riferendosi solo alla fotografia e alle persone. Considero il ritratto l’espressione di un  punto di vista personale ed esclusivo.

Ancor di più. Il concetto di ritratto è indipendente dallo strumento che si utilizza.

Che sia attraverso la letteratura, la pittura, la scultura, la musica o la fotografia, o uno dei nuovi media digitali, il ritratto ci permette di raccontare, descrivere, parlare di una persona, un oggetto o un luogo. Al di la della semplice forma o dell’aspetto esteriore.

In Fotografia

Il Ritratto

Ho provato a leggere alcuni degli interventi a cui questo allievo faceva riferimento. 

E, circoscrivendo il discorso alla sola fotografia, ho constatato che è facile imbattersi in discussioni fuorvianti riguardo al significato della parola ritratto. Principalmente perché chi ne parla, molto spesso, prende spunto da banali luoghi comuni. 

In questo modo, si riduce il concetto di ritratto alla semplice fotografia di un volto in primo piano.  Qualcosa di più “bello” della foto per un qualsiasi documento di identità. Ma, sempre in linea con quel tipo di inquadratura. 

Capita così che, alcuni fotografi, soprattutto amatoriali, si meraviglino del fatto che, io, come tanti miei colleghi, parliamo di ritratto anche quando fotografiamo una persona a figura intera oppure utilizzando inquadrature e tagli inconsueti oppure ancora scegliendo di non far vedere, in modo chiaro e leggibile, il volto di quella persona.

Professionisti

Fotoamatori

E’ ammirevole il modo in cui tanti fotografi amatoriali discutono, si confrontano e, a volte, si accapigliano, in queste moderne arene del web, nei vari portali, forum e social media.

Purtroppo, in questi gruppi, l’eccessiva semplificazione dialettica deprime il livello della discussione. Impoverendo, di conseguenza, la capacità di analisi e di critica. Dopotutto, la fotografia è e rimane un linguaggio. Un meraviglioso strumento espressivo.

Intendiamoci subito. L’espressione “fotografo amatoriale” non è, e non vuole essere affatto, denigratoria. Amatoriale non significa non essere un bravo fotografo.

Come ho già detto in altre occasioni, il fotografo amatoriale si distingue dal fotografo professionista esclusivamente perché quest’ultimo trae il proprio sostentamento economico da questa professione. Ma, non ho mai detto e non mi sognerei mai di dire che un fotoamatore è, per definizione, meno bravo di un fotografo professionista.

Fra queste due categorie, ci sono molte differenze. Sia tecniche che filosofiche. Ma, un bravo fotografo è bravo indipendentemente dall’essere amatoriale o professionista.

Gli Orizzonti

Ampliare

Non solo in fotografia, considerare che il ritratto sia la descrizione di un volto, è un’affermazione superficiale.

Fortunatamente, il significato della parola ritratto è più ampio di un luogo comune.

Nella sua accezione piena è la rappresentazione, non obbligatoriamente aderente alla realtà, dell’aspetto e/o del carattere di una persona, di un oggetto o di un luogo.

I vari linguaggi espressivi (letteratura, scultura, pittura, musica, ecc…) hanno la forza di raccontare relazioni, fatti, o situazioni, più o meno specifiche, che ci aiutano a visualizzare anche la forma di un corpo così come la morfologia di un territorio o di un oggetto.

Perciò, il ritratto non riguarda solo ed esclusivamente la fotografia o il volto di una persona. 

Anzi. I primi ritratti di cui la storia ci tramanda memoria, possono essere fatti risalire ad alcuni millenni addietro. Quasi sicuramente ai primi graffiti ritrovati nelle grotte. 

Poi, sono arrivati la musica, la pittura, la scultura e la letteratura. Quindi, ben prima che il mondo moderno ci regalasse la fotografia (anche per i documenti di identità). 

Arrivata solo negli ultimi due secoli. Seguita, subito dopo, dal cinema.

E’ degli ultimi decenni, invece, l’immagine elettronica, declinata in tutte le sue forme. Compresa anche l’intelligenza artificiale e il recente il Text to Image.

Filosofia

Non solo tecnica

Perciò, il ritratto di una persona, anche in fotografia, va ben al di la della tecnica e della semplice raffigurazione iconografica, più o meno fedele, di un volto.

Il ritratto, con qualunque media lo si voglia realizzare, implica principalmente il versante filosofico e psicologico della persona o dell’oggetto o del luogo che si vuole rappresentare.

Comprese le sfumature emozionali.

Superficialità

Semplificazioni

In conclusione, il suggerimento che mi viene di condividere, con l’ex-allievo e con tutti coloro che si avvicinano, anche per la prima volta, alla fotografia, è quello di spazzare via il campo dalle semplificazioni. Dalle banalità e dalla superficialità.

Il ritratto di una persona, di un luogo o un oggetto, realizzato con qualunque media, diventa il racconto di quello che vediamo e percepiamo di quella persona, oggetto o luogo. Una visione filosofica. Non solo figurativa. Un punto di vista. Unico ed esclusivo.

PS: Al tempo stesso, il modo in cui realizziamo un ritratto, parla anche di noi stessi.