LA CURIOSITA'
Sono una persona estremamente curiosa. Difficilmente mi fermo all’apparenza.
Indipendentemente dal luogo in cui mi trovo o dall’ attività che svolgo, ogni mia azione è permeata e accompagnata dalla curiosità. E’ uno stimolo, un forte impulso, a osservare da differenti punti di vista ogni persona, ogni oggetto, luogo oppure evento che vedo.
Si tratta certamente di un fatto istintivo. Ma, immancabilmente, questo mi porta a rilevare le molteplici sfaccettature e le innumerevoli potenzialità di quello che osservo. Così da comprendere i diversi significati e messaggi che quel particolare elemento può veicolare.
LA LUCE
Anche la luce, strumento attraverso cui la fotografia, si diletta a scrivere, è universalmente riconosciuta, a buon diritto, come un linguaggio. Estremamente potente, vario e versatile.
Come la penna per un poeta, il pennello per un pittore, lo scalpello per uno scultore e le note musicali per un musicista, per me, fotografo, studiare il comportamento della luce ha dato un contributo profondo alla mia crescita e maturazione professionale.
Quindi, conoscere, capire ed utilizzare le potenzialità della luce significa anche aver padronanza di un particolare linguaggio espressivo. E questo mi permette di fornire, all’osservatore finale, una ampia varietà di interpretazioni relative a ciò che fotografo.
LUCE ARTIFICIALE?
Dall’osservazione del comportamento della luce naturale, sono approdato allo studio della luce artificiale. Non solo per poterne emulare le caratteristiche e la qualità. E, quindi trarne un grande vantaggio operativo. Ma, soprattutto per ampliarne le potenzialità.
Una volta fatto il primo passo, non mi sono più fermato. E, come è nella natura di ogni curioso, ho proseguito. Continuando ad indagare, curiosare e scoprire.
Passione e sperimentazione hanno fatto il resto.
Tuttora, una fase importante delle mie occupazioni professionali, insieme a tutte le altre attività relative ai soggetti che fotografo, è la ricerca continua di nuove fonti di luce artificiale. Dalla natura tecnica, prima, alle prove pratiche in fotografia, poi.
Sempre con l’intento di arricchire il vocabolario che lo studio dei vari tipi di luce mi permette di utilizzare. Un ampliamento linguistico che arricchisce il valore espressivo che ogni singolo scatto porta con se. Come conseguenza, attesa e benvenuta, tutto questo ha contribuito anche a muovermi nella direzione della massima autonomia.
Poter creare, cioè, l’atmosfera giusta per un immagine, nel momento in cui ne ho bisogno. In totale indipendenza dalla meteorologia e dai suoi potenziali capricci.
E non il contrario: cioè aspettare l’atmosfera giusta per poter scattare.
Come fotografo professionista, devo essere in grado di poter fornire l’immagine con i requisiti che un cliente si aspetta da me, nel momento in cui si manifesta la necessità.
LO STILE
Dall’alba al tramonto e per tutto l’arco della giornata, per l’intero anno, la luce solare ci accompagna regalandoci una moltitudine di sfumature del mondo in cui viviamo.
Questa luce nasce morbida e diffusa all’alba, per diventare molto forte e contrastata nelle ore centrali della giornata. Chiude poi, e, si addormenta, al tramonto, ancora morbida. Ma più vibrante rispetto a quella dell’alba. Certificando, così, il passaggio del tempo.
Non solo. Attimo dopo attimo, le variazioni di luce e ombra, descrivono e caratterizzano ogni volto, ogni paesaggio, ogni oggetto conferendogli un’enfasi specifica e univoca.
La mia visione personale, unitamente alla creatività, mi permette di ricreare atmosfere specifiche, selezionando e scegliendo, di volta in volta, soggetto per soggetto, un tipo di luce artificiale che imita e amplia le varie sfumature e asperità tipiche della luce naturale.
Come fotografo, queste scelte, affinate e aggiornate, sono diventate come un marchio.
Una firma. Il mio stile personale.